lunedì 6 settembre 2010

La politica e i bambini.

Ogni tanto i politici si lanciano da una parte all’altra l’accusa di utilizzare i bambini per farsi propaganda. In effetti, una volta, quando i politici erano ingessati e impettoriti e talmente lontani dalla gente da non mostrare mai in pubblico attimi di “normalità”, la scelta di farsi fotografare con un bambino era la classica furbata per diventare simpatico e raccogliere voti fra la gente normale.
Oggi genitori e bambini sono parecchio più svegli e di certo non è sufficien una foto con un bambino per rendere simpatico un politico.
Oggi il rapporto dei bambini con la politica è molto più reale e concreto e spesso sono proprio i bambini a essere dei giudici implacabili. La strumentalizzazione dei bambini, oggi, avviene per vie traverse: non più dai politici quanto dai sostenitori dei politici, che cercano di sfruttare la tenerezza che ispirano i piccoli per creare movimenti più o meno di massa a sostegno di un’idea o di un interesse particolare. Difatti abbiamo visto le manifestazioni di bambini per o contro la scuola.
Io la vedo in un modo abbastanza particolare. Per prima cosa, sono convinta che i bambini debbano poter andare dove vanno loro genitori e che devono crescere con l’idea che chi fa il politico, o sale su un palco a parlare non è un essere inavvicinabile e bravo solo perché è su un gradino invece che sul pavimento. I bambini, per me, possono andare alle manifestazioni politiche senza paure e senza additamenti, ma devono essere rispettate alcune regole, che poi come al solito sono quelle del buon senso. Niente manifestazioni violente, niente posizioni particolari per i più piccoli, ad esempio in cima o in coda alle manifestazioni, ma devo essere tenuti al centro del corteo per evitare magari qualche problema. Devono essere sempre con i loro genitori, che sono gli unici che hanno diritto a chiedere loro di dire uno slogan o sventolare una bandierina. Questo perché a papà o alla mamma, e anche ai nonni, si può dire di "no", con loro si può frignottare e a loro i bambini possono chiedere di andare a casa se si annoiano.
Diciamolo chiaramente: i bambini alle manifestazioni politiche si annoiano se non vi sono delle attività “parallele”. I bambini sono anche in grado di dire a mamma e papà quando è ora di andare a casa. Quindi, un buon movimento che si rivolge alle famiglie sa quanto è importante curare che i suoi eventi siano anche a “misura di bambino”; non per strumentalizzare i piccoli, ma per intrattenerli.
Qualunque genitore sa che se gli interessa la politica deve trovare il modo di intrattenere suo figlio se vuole partecipare attivamente.

La Lega è fatta soprattutto di famiglie, spesso marito e moglie condividono la stessa passione e la stessa voglia di fare, ecco perché, da questo punto di vista, la lega nord organizza sempre, durante i suoi eventi e le feste, lo spazio per i bambini. Non per sfruttare, ma per necessità.

3 commenti:

  1. E che dire della politica fatta a scuola ?
    nella scuola materna di mio figlio una delle due educatrici è "orientata politicamente" e approfitta del suo "potere" di educatrice, facendo politica in classe !
    ma la scuola materna non dovrebbe essere un luogo dove giocano e crescono spensierati i bambini ?
    VIA LA POLITICA DALLE SCUOLE !!!!

    RispondiElimina
  2. via dalle scuole le maestre che si aprofittano del loro potere di educatrici per imporre le loro idee e mettere i bambini contro i genitori

    RispondiElimina
  3. giusto, il diritto educativo è dei genitori e della comunità. Le maestre di sinistra sono invadenti e cercano di sovrappore le loro idee a quelle dei genitori. non hanno un comportamento etico

    RispondiElimina