lunedì 27 settembre 2010

Muore a Palermo un altro neonato. Parliamo un po' di tagli cesarei.

Un altro neonato morto per una difficoltà del parto. E’ successo in Sicilia, a Palermo, alla clinica Candela. Secondo i genitori non si è intervenuti in tempo con il taglio cesareo d’urgenza, che loro avevano richiesto. Secondo i medici non esistevano i presupposti per eseguirlo. E’ stata aperta un’inchiesta, disposta l’autopsia del bimbo e i genitori hanno denunciato i medici e gli infermieri.

Nelle ultime settimane sembrano cresciuti i casi di incidenti durante il parto che hanno portato alla morte o ai dei danni alla salute della madre e del bambino. Nella maggioranza dei casi si pensa che un parto tramite un taglio cesareo eseguito d’urgenza avrebbe evitato le disgrazie. Il motivo per cui alcuni medici attendono troppo prima di eseguirlo è la paura che il loro reparto sia sanzionato perché i tagli cesarei eseguiti sono mediamente troppi rispetto alle nascite naturali.

Vi sono delle statistiche che sono usate dagli amministratori degli ospedali che indicano le medie entro cui restare perché siano escluse le possibilità di abusi di operazioni. In alcuni reparti di maternità si eseguono molti più tagli cesari di quanti statisticamente potrebbero essere realmente necessari perché alcuni medici, specialmente privati, tendono a preferire l'operazione alla naturalità del parto per poter programmare l'orario e il giorno ed assistere la puerpera di persona, a pagamento, invece di lasciarla nelle mani del medico ostetrico di turno in ospedale nel momento in cui il bambino decide di nascere naturalmente. Alcuni di questi medici utilizzerebbero, in questo modo, le strutture pubbliche come se fossero le loro.

Il costo di un taglio cesareo è molto più alto rispetto a un parto naturale, sia per gli strumenti che sono necessari sia per l'attivazione della camera operatoria e degli specialisti che devono essere presenti, sia per le attenzioni che richiede la puerpera dopo il parto e gestire i reparti di maternità con troppi tagli cesarei va a danno dei bilanci dell'ospedale. Quindi, molto spesso i direttori amministrativi tengono sotto controllo le statistiche dei parti avvenuti quasi a tempo reale e chiedono che siano fatti meno tagli cesari se le medie non sono rispettate. Alcuni si spingono a sanzionare i reparti se si esce troppo dalla media prevista.

Quando si inizia il travaglio di parto vi è un lungo lasso di tempo in cui il medico può decidere se le cose vanno bene e fin dove spingere il rischio per la mamma e il bambino prima di intervenire con il taglio cesareo. Può decidere di procedere all'operazione alla prima difficoltà oppure attendere e cercare di risolverla in altri modi, ad esempio tentando di velocizzare il parto con delle sostanze particolari come l'ossitocina, oppure "rompendo le acque" manualmente, oppure spingendo sulla pancia della mamma per aiutare la nascita. Può decidere di tentare un parto naturale per un bambino che si presenta di piedi invece che con la testa, se non è il primo figlio della donna. Ci sono molti altri esempi in cui la discrezionalità di un medico ostetrico è ampia. Il momento del parto è sempre un momento pericoloso è non si può prendere il singolo caso per abbassare le statistiche, rischiando di perdere i bambini. Probabilmente in questo periodo si tende a limitare i tagli cesarei e si spinge al massimo il rischio per il bambino e al madre per cercare di far scendere le medie mensili di tagli cesarei. Il risultato è però che il numero di incidenti durante il parto cresce.

Le statistiche servono per segnalare problemi a livello dell’amministrazione del reparto. Se sono alte vuol dire che qualcosa nell’organizzazione dei reparti di maternità non funziona, ma nei momenti della nascita dei bambini le statistiche non possono essere prese in considerazione e non si può cercare di evitare un cesareo con la motivazione che in quel mese se ne sono già fatti troppi e si esce dalla media.

Una soluzione per diminuire naturalmente il numero di parti con taglio cesareo potrebbe essere quella di fare in modo che siano i medi medici dei reparti di maternità a seguire direttamente le puerpere durante la gravidanza organizzati in pool, in modo che al momento del parto naturale qualunque medico del reparto di maternità si di turno sia già al corrente di tutti i dati della gravidanza, e che le donne non cerchino l'assistenza di un medico privato perchè sanno di essere perfettamente assistite in ospedale. Questo modo di procedere farebbe scendere il numero di tagli cesarei in modo naturale e nessuno si preoccuperebbe se in un mese si va oltre le medie stabilite dalle statistiche e l’amministrazione degli ospedali dovrebbe attivarsi in questo senso e non limitarsi a dire che le operazioni per tagli cesarei vanno diminuite.

Magari sbaglio nel dare questa interpretazione dei fatti, ma qunado le vole in cui si sente parlare di un bambino o di una mamma morti a causa di un taglio cesareo non eseguito al momento giusto, ci si fanno delle domande e si cercano delle risposte. Ovviamente aspetto anche il parere di altri.

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