Il duro scontro con la realtà avvenne con le superiori.
Già da allora amavo scrivere e gli insegnanti mi consigliarono il liceo classico. Mia madre, che aveva il senso della realtà, mi mando alle magistrali.
Lo scontro con la Milano degli anni settanta e la scoperta di non essere “unica” fu una bella lezione di vita, però intanto scrivevo sul giornalino parrocchiale e avevo trovato una piccola televisione privata che trasmetteva da una cantina ( allora si poteva) che mi lasciava persino inventare le trasmissioni. In quella tv, facevo la regista, la telefonista, la velina, la presentatrice e la giornalista. Mi mancava solo di fare il cameraman ma si era visto che non ero proprio portata per stare al di qua della telecamera e che preferivo stare al di là.
Per parecchi anni, fino alla regolamentazione delle televisioni private, mi divertii da matti ed ebbi i miei successi.
Intanto avevo cambiato scuola, ero diventata un po’meno vanagloriosa, e studiavo tantissimo perché volevo a tutti i costi diplomarmi. Rimanevo però molto testarda.
Erano gli anni 80, studiavo, mi occupavo dei bambini del mio quartiere, davo ripetizioni, insegnavo a leggere e a scrivere, scrivevo sul giornalino parrocchiale, lavoravo in una televisione privata, facevo sport, odiavo i politici e vivevo nella semi crisi economica che era seguita al boom degli anni sessanta e settanta.
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