Questa è la settimana dedicata all'infanzia.
L'iniziativa è nata in sordina, senza clamore e senza iniziative particolari a parte una: quella di Facebook.
Il popolo del social network più famoso ha inventato un suo sistema per festeggiare i bambini: sostituiranno le loro foto con i disegni dei cartoni animati che più hanno amato da piccoli.
Un sistema di festeggiamento in linea con la politica dell'immagine, delle facce, che muove la nuova internet.
Difatti i cartoni animati sono tutti mutuati dalla TV e le immagini sono tutte scaricate da internet.
Che cosa dire?
Come diciamo spesso dalle nostre parti, qui in Padania, la festa dei bambini inizia con il 31 ottobre, con Ognissanti e finisce il 6 gennaio con la festa dell'Epifania, passando per il 4 dicembre, san Nicola, il 7 dicembre, Sant'Ambrogio, il 13 dicembre Santa Lucia, Natale, il 25 dicembre.
In ognuna di queste date i bambini sono protagonisti.
Quindi non si tratta di festeggiare una settimana, ma di dedicare ai nostri cuccioli almeno 3 mesi dell'anno.
Ognissanti, i tre giorni dei morti, sono costellati da tradizioni di dolci e pani speciali regalati ai bambini, simboli anche loro della vita che nasce durate il capodanno celtico;
il 4 dicembre è San Nicola, antesignano di babbo Natale, che porta i doni ai bambini che vivono in montagna ai confini con i paesi di lingua tedesca, con la svizzera e con l'Autria;
La notte fra il 6 e il 7 di dicembre, Sant'Ambrogio percorre le strade del milanese, da cui tentò la fuga per non diventare Vescovo, lasciando delle caramelle appese al lampadari di ogni casa in cui c'è un bambino. Questa è una dolce vendetta del Santo che vorrebbe così ricordare che fu obbligato a fare il Vescovo di Milano da un bimbo che, nella folla, si mise a gridare "Ambrogio Vescovo". Come Lui fu messo in difficoltà da un bambino, anche i bambini piccoli sono messi in difficoltà dalla posizione in cui sono messe le caramelle, l'alto lampadario di casa. Per i bambini è difatti molto difficile raggiungere il lampadario senza l'aiuto di qualcuno più grande.
Poi c'è Santa Lucia, il 13 dicembre, incaricata della consegna dei regali di Natale nella zona dell'antica repubblica Veneziana, da Bergamo a Venezia. I bambini devono posare una scarpa pulita sulla finestra, una tazza di latte o del fieno per l'asinello e qualche biscotto e un bicchiere di vino per rifocillare la Santa, se vogliono trovare, al mattino del 13 dicembre, dei doni e dei giocattoli nuovi.
Poi c'è il magico e oramai internazionale Natale ,il 25 dicembre, il compleanno di Gesù, giorno in cui i bambini sono riempiti di doni e giocattoli. Per i bambini che non credono troppo in Gesù, questo compito lo prende Babbo Natale, un po' di "sfroso" e mutuato dalla pubblicità della coca cola, come si conviene a chi non si sente troppo coinvolto dalle tradizioni e preferisce farsi coccolare dal consumismo.
E infine, l'Epifania, il 6 gennaio. Anche questa festa dedicata ai bambini è in bilico fra la festa religiosa, quella pagana e quella consumista.
Il 6 gennaio, che è il giorno in cui i Cristiani Ortodossi festeggiano la Natalità di Gesù, è per i Cattolici la Manifestazione di Gesù al mondo, il giorno in cui in i Re Magi raggiungono la capanna della natività e donano al piccolo Bambino i doni che si portano ai Re. Da questa Storia è nata l'abitudine di fare dei doni a tutti i bambini che a loro modo sono l'immagine di Gesù bambino.
Poi c'è la Befana, figura pagana dell'inverno che finisce e che approfitta di questo giorno per fare anche lei il giro di tutti i bambini, simbolo della vita che ricomincia, a portare i suoi doni. La Befana mette i doni nelle calze appese a camini, stufe e finestre. E' buona abitudine lasciare qualcosina da mangiare per la Befana visto che vola di notte con il freddo.
La parte consumistica e moderna è fatta di calze rosse e preconfezionate, più o men note, con dentro tanti dolci incartati e standardizzati. oppure dei gadget fatti in Cina che fanno da involucro a sacchetti di cioccolatini e caramelle già predisposte nelle loro solite confezioni. Diventa un po' difficile appenderli al camino già pieni, ma se non si ha tempo e voglia di lasciarsi andare alla spiritualità e si vuole rimanere nella concretezza dei tempi moderni, o se, più facilmente, non si hanno bambini che girano per casa può andare bene anche così.
Fonte foto: Paolo Torino, (wikimedia commons)
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