Muore il neonato e la mamma è in coma. Inchiesta a Padova

Alle volte ancora non si capisce bene che certe cose possono capitare , anche se sono rare e che partorire non è una passeggiata, ma un momento molto pericoloso sia per il bambino che per la mamma. Spesso, anzi spessissimo va tutto bene; altre volte le cose vanno male anche qui, nella super tecnologia Padania. Un improvviso distacco della placenta ha messo a rischio la vita della mamma ventisettenne al settimo mese di gravidanza mentre il suo bimbo non ce l’ha fatta a nascere nonostante il cesareo d’urgenza. All’ospedale di Piove di Sacco, dove si era rivolta la coppia di genitori a causa dei dolori che aveva la donna, l’hanno mandata a Padova senza l’ambulanza, e quindi senza assistenza. Com’è capitato alla mamma veneziana, i distacchi di placenta possono causare emorragie interne alle mamme. Non è facile capire cosa provochi questi incidenti, ma i medici dovrebbero essere in grado di capire che qualcosa non va se una donna incinta di sette mesi ha dei forti dolori. Sia dal ministero della salute sia dall’assessorato regionale sarebbero partite le ispezioni per controllare che le procedure seguite dall’ospedale sia state giuste e ragionevoli e un fascicolo è stato aperto dalla procura su esposto del marito della donna che ha denunciato l’ospedale piovese per aver dimesso la donna dopo una ecografia dicendo che non c’era urgenza e invitandoli , se volevano avere sicurezza, ad andare all’ospedale di Padova. E’ a quel punto, secondo la coppia, che hanno chiesto un’ambulanza per il trasferimento a Padova e gli è stata negata per motivi burocratici. Zaia, il presidente del Veneto, ha detto che seguirà “con la massima attenzione il lavoro della magistratura. Qualora emergessero negligenze, leggerezze, omissioni o peggio saremo inflessibili nel colpire duramente i responsabili della morte di un neonato e dei danni irreversibili subiti dalla madre”.
La donna, infatti, ha subito l’asportazione dell’utero e non potrà mai più avere bambini.
Fonte: corriere della sera, ansa.it; foto wikimedia commons