martedì 31 agosto 2010

inizia la scuola, ma come?

Venerdì 27 agosto, alla sera, alla festa della Lega Nord di Busto Arsizio ho incontrato il buon Sergio Bianchini, presidente della associazione “per una scuola nostra, regionale e federale” e come capita in tutte le occasioni in cui io e lui ci incontriamo, ci siamo buttati in una discussione con scambio d'idee e di esperienze su quello che succede nella scuola dell’obbligo. Io con il mio punto di vista di genitore padano un bel po' incavolato, lui con quello di preside e maestro padano altrettanto arrabbiato.  Si tratta davvero di scambi d’idee perché alla fine ci troviamo sempre perfettamente d’accordo e, perlomeno io, imparo qualcosa di più di quello che sapevo prima.
Questa volta la discussione ha toccato tanti punti: eravamo ad una festa, con un bicchiere di birra in mano e con poca voglia di impegnarci seriamente in quel momento a cercare delle soluzioni ai tanti problemi della scuola, ma mi ha lasciato un libretto con degli ottimi articoli che possono essere lo spunto per delle belle riflessioni.
Nella scuola esistono questi due punti focali dell’educazione: quello dei genitori e quello degli insegnanti. Il resto è tutto solo un corollario di aggiustamenti e di tentativi diplomatici, in cui gi insegnanti hanno il coltello dalla parte del manico perché tengono “in ostaggio” i nostri bambini per quasi 8 ore al giorno. In questo modo diventa molto difficile per dei genitori condurre delle battaglie nella scuola.
Fino a che gli insegnanti sono asettici, un po’ apolitici, culturalmente omogenei alle famiglie dei bambini oppure così intelligenti da rispettare davvero il modo di educare dei genitori va tutto bene, perché in un modo o nell’altro si trova un accordo, ma quando l’insegnante ha una idea politica che lo caratterizza in tutte le sue scelte, specie di sinistra, e vede il suo modo di pensare come l'unico giusto,  può trasformare la vita scolastica dei nostri bambini in un vero inferno.
Spesso, poi, alla base di questi inferni, in cui i bambini sono le vittime, che si creano a scuola non c’è neppure una idea politica, ma c’è invece un mero interesse economico.
Ci si trova a essere come le mamme di Salomone in quella leggenda in cui la madre vera è disposta a rinunciare al proprio bambino a favore dell’altra donna purché il giudice Salomone non tagli a metà il Neonato: noi genitori mandiamo giù di tutto pur di evitare che ci vadano di mezzo i bambini, con il risultato che è proprio sulla pelle dei bambini che si consumano tutte le ingiustizie della scuola. In una situazione simile, in cui noi genitori non abbiamo nessun potere, diventa importante avere degli alleati che possano condurre le battaglie al nostro posto.
I politici potrebbero essere questi alleati ma continuano a fare riforme che non hanno il coraggio di dare il colpo secco. Le scuole dell’obbligo non possono andare oltre la gestione comunale, per poter funzionare, le ore di scuola obbligatoria per i bambini non possono andare oltre la mattina e le ore in più in cui la scuola è al servizio della comunità comunale, oltre le ore curriculari, non possono essere altro che un servizio facoltativo liberamente scelto dai genitori.
E si! Ma voi lo sapete che la scuola italiana è la scuola in cui i bambini hanno l’orario più lungo d’Europa mentre le insegnanti sono quelle che hanno l’orario più corto d’Europa? E’ vero che le maestre sono pagate poco, ma io sinceramente vorrei che fossero meno come numero, scelte dai genitori e pagate di più.
Queste sono le cose di cui parliamo con Sergio Bianchini.
Io vorrei una scuola dell’obbligo gestita dalle associazioni genitori comunali e dalle amministrazioni comunali con una grande libertà di scelta nelle ore complementari e Sergio verrebbe vedere i bambini meno pressati dall’inglese e più liberi di imparare cose che fortifichino la loro capacità di ragionamento, durante le ore di scuola.
Ma cosa fare ora? Manca una settimana all’inizio della scuola e non uno dei problemi veri dei bambini e dei genitori è stato affrontato e risolto.

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